“LA GIUSTIZIA DA SOLA NON BASTA, E L’ESPERIENZA INSEGNA CHE APPELLARSI SOLO AD ESSA RISCHIA DI DISTRUGGERLA” (Papa Francesco, Misericordiae Vultus, 21)

La giustizia dell’incontro

TESTIMONIANZE E PERCORSI DI GIUSTIZIA RIPARATIVA

La U.G.C.I. – Unione Locale di Taranto, ha promosso una riflessione sul tema della giustizia riparativa, organizzando un evento formativo, accreditato dall’ordine degli avvocati di Taranto. L’incontro si è tenuto l’8 febbraio, presso l’Aula Giovanni Paolo II (c/o sede Lumsa), Piazza Santa Rita , in Taranto.

Moderatore:

Dott.ssa Fulvia MISSERINI, Giudice presso il Tribunale di Taranto e Segr. A.N.M. Sez.Ta

Relatori:

Dott.ssa Stefania BALDASSARI, Direttore della Casa Circondariale di Taranto

Padre Guido BERTAGNA, curatore de “Il Libro dell’Incontro – Vittime e responsabili della lotta armata a confronto”.

L’approfondimento è stato incentrato sulla straordinaria esperienza testimoniata ne “Il Libro dell’Incontro – Vittime e responsabili della lotta armata a confronto”, in cui sono documentati i sette anni di incontri, inimmaginabili, tra i responsabili della lotta armata, che ha insanguinato l’Italia negli anni Settanta ed Ottanta, ed alcune vittime e loro familiari. Con l’aiuto di tre mediatori (il padre gesuita Guido BERTAGNA, il criminologo Adolfo CERETTI e la giurista Claudia MAZZACUTO) si è quindi percorsa “una via altra alla ricomposizione di quella frattura che non smette di dolere; una via che, ispirandosi all’esempio del Sud Africa post-apartheid, fa propria la lezione di giustizia riparativa, nella certezza che il fare giustizia non possa, e non debba, risolversi solamente nell’applicazione della pena” (Op. Cit.).

Muovendo appunto da tale provocazione, è stato messo a tema il rapporto tra Giustizia e Misericordia, anche attraverso la testimonianza di quanto già accade nella nostra realtà carceraria, grazie all’intervento della Dott.ssa Baldassari, verificando le concrete potenzialità di risposta del sistema giudiziario alle più profonde esigenze di giustizia dell’uomo e, nello specifico, della comunità cittadina.

“La giustizia riparativa è un itinerario di giustizia, è un cammino possibile, volontario e liberamente accolto, che da alcuni anni è previsto anche dalla legge italiana. Parliamo di percorsi in cui – lavorando dapprima separatamente con le parti, le vittime da un lato e gli autori di reato dall’altra – si può, sottolineo si può (siamo nell’ambito delle possibilità non delle certezze!), piano piano, con tempi non prevedibili quando si comincia il percorso, arrivare a qualche elaborazione del male, che ogni reato sempre contiene specialmente quando sono reati gravi contro le persone – ferimenti oppure omicidi: di questo si tratta, spesso, in quel periodo storico relativo agli anni ’70 e ‘80. Un po’ alla volta queste persone possono accettare di incontrarsi e scoprire che c’è una possibilità di elaborare “diversamente” e di vivere “diversamente” il male che hanno fatto o hanno subìto.

Una delle esperienze più diffuse – in particolare nel mondo delle vittime e dei famigliari delle vittime – è la seguente. Anche quando queste persone si trovano (o si sono trovate) in una situazione in cui la giustizia ha stabilito con una certa sicurezza i colpevoli, la dinamica dei fatti e ha comminato pene (negli anni dei processi erano anche abbastanza dure…) e i famigliari delle vittime hanno avuto giustizia, non entra ancora la pace. Non sono gli anni di galera che deve fare il colpevole nel vissuto di queste persone a restituire una qualche forma di pace o di sufficiente serenità in rapporto con quello che si è patito. Inoltre, c’è un lavoro che ha a che fare con il dolore. Da una parte, la pace risponde a una più che legittima rabbia. Dall’altra c’è un dolore che ha bisogno piuttosto di trovare un senso” (P.Guido Bertagna).

Nell’occasione è stata allestita la mostra “I Volti della Misericordia”, in collaborazione con il Centro Culturale di Taranto.